domenica 23 novembre 2014

Anarchia & Tecnologia



Se frequentate i forum specializzati sull'argomento, avrete notato che il mondo delle valute digitali è da sempre animato da spiriti  rivoluzionari e anarchoidi. 

Non c'è da stupirsi in fondo, i Bitcoin sono nati subito dopo la peggiore crisi finanziaria della storia del capitalismo, quella dei mutui subprime. Ci sono solo 45 giorni di distanza tra il fallimento di Lehman Brothers (15 settembre 2008, l'apice di quella crisi) e il whitepaper con cui Satoshi annunciava la sua creatura (31 ottobre 2008). 

Con il crescere della sfiducia nel Sistema quale conseguenza della crisi, nasceva anche, negli ambienti della Rete che per primi conobbero i Bitcoin, un sentimento di rivalsa e di contrapposizione tra la nuova tecnologia e il "Male" che il mondo finanziario e governativo rappresentavano. 

Anche perchè la valuta digitale aveva il grande merito di spezzare, per la prima volta nella Storia, il legame millenario tra la moneta e il potere politico (non è più necessario che lo Stato sia il garante dell'emissione di moneta) e tra la moneta e il potere economico (rendendo di fatto inutile il ruolo delle banche nella gestione del denaro).


L'utente della Rete diventa banca di se stesso, attraverso la gestione del proprio wallet. Le transazioni vengono eseguite e garantite dalle tecniche di crittografia e dal lavoro svolto dai nodi tramite il mining. La moneta viene finalmente ancorata al suo valore reale tramite un protocollo matematico ad inflazione programmata che ne determina l'emissione, evitando gli effetti nefasti dell'ingerenza dei Governi nella regolazione della massa monetaria (leggi iperinflazioni).

Forti di questa tecnologia dalla portata rivoluzionaria, i primi sostenitori si sono contraddistinti per delle posizioni radicali nei confronti dello status quo: le valute digitali renderanno superato il sistema bancario tradizionale, le monete fiat moriranno nelle loro spirali inflazionistiche, i governi non avranno più il controllo della moneta e delle banche ( e, attraverso queste, quello del fisco). Un mondo dove ogni transazione sarà regolata dal sistema pseudonimo della rete Bitcoin e pertanto impossibile da sottoporre a un vero controllo dall'esterno.

Queste posizioni hanno a mio modo di vedere in parte contribuito ad allontanare l'uomo qualunque dai bitcoin e hanno alimentato l'aurea di pericolo che li circonda (con l'aiuto ovviamente anche di certa stampa scandalistica che nulla sa sull'argomento eppure ne scrive a vanvera).La storia del resto ha dimostrato che l'avvento di massa delle valute digitali è ancora lontano e i fallimenti di vari exchange (Mtgox è solo il piu famoso) sono il segno che la via per liberarsi effettivamente del "man in the middle" è anch'essa di là da venire. L'adozione dei bitcoin come moneta universale, da un lato ha fatto passi avanti incredibili (Dell, Experia, Paypal...), dall'altro questi progressi passano ancora sempre per i payment processors (come Bitpay e Coinbase) che mettono al riparo il venditore dalle oscillazioni del cambio bitcoin/fiat. Segno che le valute fiat sono per il momento in  salute, e che i commercianti, anche quando adottano i bitcoin, lo fanno pensando sempre al loro controvalore in dollari un pò come noi italiani facevamo i primi anni dell'euro convertendo mentalmente sempre il prezzo in lire prima di riuscire ad avere un'idea del valore di un oggetto.

Quindi, dato che ormai l'idea di soppiantare le valute tradizionali e le banche, se mai si verificherà, non è qualcosa di pronosticabile nel breve periodo, credo sia più importante per i sostenitori di questa incredibile tecnologia, propagandarne le virtù senza spaventare la massa di potenziali utenti i quali, purtroppo, quando sono a conoscenza di cosa sia Bitcoin, spesso è più per scandali veri o presunti che per meriti economici e tecnolgici .

Anche Coindesk ha toccato in questi giorni l'argomento con questo articolo nel quale l'autore fa un paragone interessante: se Steve Jobes avesse pubblicizzato inizialmente l'IPod come il dipositivo in grado di "asfaltare" l'industria della musica esistente (come di fatto avvenuto), avrebbe fatto buona pubblicità al suo prodotto? E lo stesso potrebbe valere per Jeff Bezos con l'industria dei libri. I consumatori sono tendenzialmente conservatori, amano le loro abitudini e spesso sono spaventati dalle grandi innovazioni fin quando singolarmente, per moda , per pubblicità, per conoscenza, o ne comprendono i vantaggi oppure ne vengono travolti.

Per Bitcoin vale lo stesso principio. Anche se potrebbe essere la moneta mondiale del futuro, anche se i wallet prenderanno il posto dei conti corrente, parlarne è un ostacolo alla sua diffusione. Concentriamoci sulla tecnologia e sui suoi benefici per l'uso quotidiano. La strada per il mass market passa attraverso applicazioni user-friendly, social networks, software che migliorano l'esperienza d'uso, sicurezza, pubblicità. Tutto il resto sarà solo una conseguenza.

venerdì 21 novembre 2014

Un registro pubblico


Riprendiamo il tema del precedente post e sostituiamo Tizio e Caio  d  con nomi più contemporanei come i classici Alice, Bob,Charlie e David della letteratura americana. Questi quattro amici hanno deciso di fare un gioco: distribuiscono tra loro dei soldi elettronici (non fisici quindi) e decidono di usarli per qualsiasi scambio commerciale diretto tra loro. Sorge un problema: supponiamo che tra di loro si nasconda un truffatore. Bob dichiara che ha dato dei soldi ad Alice, ed Alice nega che questo sia avvenuto. A chi devono credere gli altri due? La soluzione più semplice sarebbe quella di prendere Edward e di fargli fare il ruolo del supervisore (come la banca nel caso di monete tradizionali): un terzo che verifica la veridicità di quello che sostengono i 4 amici. Ma i nostri personaggi di fantasia non vogliono un controllore, vogliono trovare un modo per avere fiducia l'uno nell'altro senza che qualcuno li controlli dall'esterno. Decidono quindi di tenere un registro e di verificare loro stessi tutte le transazioni che avvengono. Ognuno di loro dopo aver verificato che effettivamente sia avvenuto il passaggio di denaro descritto nella transazione stessa, la "firma", convalidandola. Stabiliscono infine che questa generica transazione T è ritenuta valida, accettata e quindi inserita nel registro solo se la maggioranza del gruppo l'ha approvata  (N.B la frase è sottolineata di blu perchè, nel caso della rete Bitcoin, contiene uno sfondone grosso come una casa, ma per il momento ammettiamo che sia così, fatemi finire la metafora). Perchè questo criterio della maggioranza? Perchè esso è dal tempo dell'Antica Grecia la base di ogni sistema democratico, fondandosi, nel nostro esempio, sull'ipotesi che gli onesti siano più dei truffatori. Se così non fosse, beh c'è una soluzione anche a questo ma diamo tempo al tempo.

A questo punto della storia mi interessa di più concentrare l'attenzione sul registro pubblico: è chiaro che se dovessimo pensare a delle persone fisiche che devono "firmare"  e convalidare con penna e carta ogni transazione questo sistema funzionerebbe solo tra gruppi molto ristretti di persone, ma se invece di persone parliamo di computer e invece di firma scritta parliamo di firma digitale? Tutto acquista molto più senso.

La rete Bitcoin è una rete peer-to-peer ( punto a punto). Significa che, come nel nostro esempio sopra non esiste un Edward, ossia non esiste un controllore. Di più: non esistono gerarchie, tutti i punti della rete (nodi) sono sullo stesso livello e tutti "valgono" allo stesso modo, proprio come Alice, Bob, Charlie e David. Anche la rete Bitcoin contiene un registro dove vengono  annotate le transazioni approvate dai nodi che compongono la rete. Questo registro si chiama Blockchain (catena dei blocchi) ed è pubblico e consultabile on-line da chiunque. Quando il nodo A trasmette ad es. i bitcoin x,y e z  al nodo B, questa transazione viene accodata alla lista delle transazioni che devono essere approvate. Quando arriva il suo turno, i vari nodi verificano che effettivamente quei bitcoin siano passati dal portafoglio di A a quello di B e, quindi procedono ad accodare la transazione al registro.

Vedremo poi in seguito come avviene questa procedura di inserimento perchè essa è il cuore di quella attività "mistica"  chiamata "mining".


Il concetto di ledger (registro) pubblico è alla base della moneta decentralizzata digitale. Tale registro è on-line ma non risiede fisicamente su un server o in cloud, è un database distribuito replicato ed aggiornato costantemente su tutti i nodi della rete che partecipano a questa attività di convalida delle transazioni. Convalida che avviene in modo completamente automatico e trasparente per l'utente.


Ecco quindi che mandare denaro ad un amico in Australia diventa semplice ed immediato come mandargli un'email: la transazione è veloce perchè non passa da un server e non deve essere processata fisicamente da nessun circuito bancario. La convalida della stessa viene elaborata dai nodi, trasmessa a tutta la rete e quindi accodata al registro pubblico.


Andate nella pagina web del registro (https://blockchain.info/) e soffermatevi sulla sinistra sull'elenco "ultime transazioni". Guardate il modo in cui le transazioni fluiscono nella rete e vengono quindi automaticamente raggruppate in blocchi per la convalida. 


State osservando il cuore di questa tecnologia. Ma siamo solo all'inizio.

giovedì 20 novembre 2014

La moneta ai tempi della rete







Un concetto complesso e sfaccettato come i Bitcoin possono essere introdotti con una elementare e banale semplificazione: sono la moneta nata per andare in simbiosi perfetta con l'era delle reti. Oggi, per usare una verità che sfocia nel luogo comune , Internet ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e comunicare e, al pari della ruota e della macchina a vapore, rappresenta uno di quei rari spartiacque tecnologici delle storia umana che dividono il mondo in un prima e in un dopo. Basti pensare, tanto per fare un esempio stupido, alla differenza che intercorre tra una lettera ed un' email. Eppure non tutti gli aspetti legati alla socialità e alla comunicazione sono stati rivoluzionati nello stesso modo dall'avvento della Madre di tutte le Reti. Uno che, a parere di chi scrive, è rimasto molto indietro è quello legato alla moneta e in particolare al modo in cui la moneta si gestisce, si trasferisce e si scambia.



Esempi? Posso mandare una mail in pochi secondi nell'emisfero australe, ma mi occorrono giorni o settimane per trasferire nello stesso posto del denaro. Ancora: mandare un messaggio in chat dall'altra parte del mondo ha costo zero, ma mandare del denaro nello stesso posto è invece oneroso, così tanto da rendere del tutto antieconomica una microtransazione, cioè un trasferimento di pochi dollari o euro. Eppure se ci pensiamo bene, la bellezza e il fascino di una connessione "world wide" sta anche nel modo in cui si possono connettere le disponibilità economiche di ognuno, le quali disponibilità sono alla base di moltissime relazioni umane. Per banalizzare: posso mettere un like su una foto di un mio amico negli States in un attimo, ma non posso inviargli in tempo reale qualche dollaro per bersi una birra alla mia salute. O, per parlare di cose più serie, se un onesto lavoratore immigrato in terra straniera vuole mandare dei soldi a casa, non può farlo nello stesso tempo e costo di una chat su Whatsapp. Anzi, si tratta di operazioni lente e costose che passano per le mani di intermediari che spesso si prendono per una bella parte di quei soldi. 



E se invece di trasferimenti parliamo di gestione del denaro? Beh qui qualcuno alzerà la mano: fermi tutti, Internet ci ha portato l'home banking. Una bella rivoluzione la gestione personale del proprio conto corrente attraverso un sito messo a disposizione dalla propria banca. Pensiamo a cosa c'era prima. Giusto, ma pensiamo anche a cosa potrebbe esserci dopo. I soldi accreditati in un conto corrente oggi sono moneta elettronica a tutti gli effetti, si tratta in fin dei conti di una serie di bit registrati all'interno di un file. Questo è, né più nè meno, quello che conserva oggi la banca sul nostro conto corrente. Tizio ha sul suo conto 1500 €, mentre Caio ne ha 300. Se Tizio dà a Caio 100€, entra in gioco un elaboratore da qualche parte che modifica i record di un database accreditando un conto e addebitandone un altro di conseguenza. Senza movimentazioni "fisiche". Ma allora se i soldi sono elettronici, io potrei in teoria conservarli anche sul mio computer o su una chiavetta usb , in maniera analoga a come faccio sul server di una banca. E se volessi trasferirli al Caio di turno potrei farlo semplicemente trasferendo un file dal mio PC al suo, usando appunto Internet. Senza bisogno di un intermediario che alla fine usa un processore elettronico di un server per fare quello che potrebbe fare pari pari il mio pc. 


Pensandoci bene però, questo scenario pone dei problemi riassumibili con le parole fiducia e controllo. Chi controlla quanto possiedo, cosa trasferisco e quanto trasferisco? Se non c'è un controllore (come la banca) chi mi impedisce di mandare a Caio 100 volte la medesima quantità di denaro al pari di come posso mandargli 100 volte la stessa mail? O di accreditarmi di nascosto 1 miliardo di euro sul mio pc semplicemente modificando il file che contiene indicazione delle mie finanze? Senza un controllore sarebbe l'anarchia pura: chiunque potrebbe stampare denaro digitale per arricchirsi provocando di conseguenza iperinflazione che riporterebbe tutti alla povertà in termini reali.


Se questi problemi vi incuriosiscono e vi sembrano insormontabili, tranquillizzatevi c'è già chi li ha risolti per voi. Questo qualcuno si chiama Satoshi Nakamoto, nessuno sa chi sia, tranne che è il misterioso creatore di una tecnologia dirompente e dalla portata clamorosamente rivoluzionaria chiamata Bitcoin, la prima moneta digitale decentralizzata al mondo. Immaginate che tutto quanto abbiate letto sia già realtà. Mandare e ricevere denaro in tempo zero e a costo zero ovunque nel mondo nel modo più sicuro e pubblico possibile e senza ricorrere ad alcun intermediario. Vi ho incuriosito? Siete nel posto giusto.